SEMINERÓ NEL TUO CAMPO
Seminerò nel tuo campo
la mia voce,
che la mio eco
ti renda schiavo,
che tu possa essere lì
dove metto il punto alle parole
perché sottintenda l’a capo.
Resta vigile e aspetta
come il cane pronto
a radunare il gregge,
che le tue carezze
sfuggono al recinto
e la bestia é sempre pronta
a ingoiarle.
Forse non sai che io presiedo
l’ora tarda, l’ora
in cui il sonno s’affaccia.
Che tu possa essere lì
dove i passi si arrestano,
al limite
oltre cui l’abisso
prosegue la caduta.
Metti un freno alla mia gioia
che grida
per seppellire i morti,
le mie gambe
hanno raggiunto la vetta.
Che le ginocchia
non si pieghino al vuoto,
non si pieghino
davanti a dio!
Io sono il solco
scavato nella gola
per depredarne il fiato,
sono nell’acqua tumultuosa.
Non puoi
contenermi alla fonte,
plasmerò per te
la tua incompresa
corrotta aspirazione.
Chiara Mutti
Davvero bella questa poesia con un abbrivio della prima strofa decisamente incalzante. Mi hanno colpito molto le metafore coi luoghi, descrizioni che sembrano quadri.
RispondiEliminaciao
Monica