martedì 2 luglio 2013

News: Bracciano LagoFilmFest

LAGOFILMFEST
Bracciano 2013
4 al 7 luglio
Ingresso libero
Prima fase Luglio 2013 – Linguaggi d’autore
...
(con grandi anteprime)
 
 
 

 A cura dell’Associazione Culturale No Profit “L’agone Nuovo”
con la collaborazione di Iolanda La Carrubba e Sarah Panatta
(EscaMontage blog & web tv)

Ideatori e direttori artistici:
Iolanda La Carrubba (film maker)
Sarah Panatta (giornalista, L’agone)
Desirée Massaroni (addetta stampa)

Organizzazione, logistica, comunicazione:
Associazione Culturale No Profit “L’agone Nuovo”
“EscaMontage” blog & web tv (di Iolanda La Carrubba,
Sarah Panatta)

Spazi
Corridoi archivio storico
(mostra multimediale 5-7 luglio)
Sala Conferenze Archivio Storico (per proiezioni film,
performance e dibattiti)


Programma
4 luglio: EscaOpening: grande serata inaugurale

(spazio interno: sala conferenze archivio storico)

h. 19.00: conferenza stampa, con evento “EscaClip”,
reading-performance e proiezione immagini,
verrà offerto un buffet, con musica
h. 20.00: proiezione straordinaria di un documentario a sorpresa
di Davide Demichelis
h. 21.00: proiezione speciale di “Quattro notti di uno straniero”
di Fabrizio Ferraro, incontro con l’autore, dibattito con il pubblico




5 luglio: EscaOut: menti critiche “fuori”,
nella storia e nel contemporaneo

h. 15.00: inaugurazione mostra multimediale
(allestita presso corridoi archivio storico), presso sala
conferenze Archivio Storico, con performance e reading di alcuni
tra i più importanti poeti-performer della scena italiana
(la mostra resterà aperta fino al 7 luglio negli orari
di apertura del museo civico)

"Linguaggi a confronto"a cura di Iolanda La Carrubba con esposizione di:
Chiara Mutti
Mario La Carrubba
Gabriella Di Trani
Mario Carbone
Gianfranco Mascelli
Lisa Bernardini
Massimo Battaglini
Nina Maroccolo
Amedeo Morrone
Lina Morici
(fuori catalogo) Fernando Della Posta
Testo critico introduttivo a cura di Plinio Perilli

Reading con:
Roberto Piperno
Marco Palladini
Nina Maroccolo
Davide Cortese
Anita Napolitano
Tiziana Marini
Lorenzo Poggi
Marzia Spinelli
Lucianna Argentino

Tre minuti sorpresa con "Ecofrasie" Tiziana Colusso

Poesi-canzone a cura di:
Amedeo Morrone


(spazio interno: sala conferenze archivio storico)
h. 17.00: proiezione lungometraggio “The Summit”
di Franco Fracassi et alii + incontro con autori/protagonisti vari,

a seguire verrà offerto buffet

h. 19.30: proiezione “I Venusiani” di Stefano Grossi

h. 21.00: proiezione “Nel Paese di Giralaruota. Il grande inganno
di Calciopoli”, nuovo documentario inchiesta di Stefano Grossi,
incontro con l’autore

Video intervista ad Alessandro Benvenuti "Zio birillo" dalle
canzoni al docu-film






6 luglio: EscaZap: sguardo oltre confine

(spazio interno: sala conferenze archivio storico)

h. 17.00: proiezione “Zapping. Tra web e cultura”, documentario
di Iolanda Aldo La Carrubba Incontri Ravvicinati Del 3 Tipontro con autrice e intellettuali/artisti
intervistati con Domenico Donatone e Desirèe Massaroni

h. 19.00: proiezione della docufiction “Messico. Angeli e demoni
nel laboratorio dell’impero” del giornalista Fulvio Grimaldi,

a seguire dibattito Verrà offerto un buffet

h. 21.00: performance poetica al femminile, con presentazione del libro “Caro bastardo ti scrivo storie di male e di miele" edizioni Fusibilia. Presente l'editore Dona Amati

h. 21.30: proiezione del reportage “Target Iran” del
giornalista Fulvio Grimaldi, a seguire incontro con l’autore e
dibattito




7 luglio: EscaMedia: i linguaggi dell’oggi-futuro

(spazio interno: sala conferenze archivio storico)

h. 17.00: proiezione film “Pasolini, fratello dei cani. L’odore
della fine” regia di Iolanda La Carrubba + incontro con l'autore
M. Palladini


h. 18.30: performance poetico-teatrale con Marco Palladini e la
partecipazione straordinaria e amichevole di Fabio Traversa,
verrà offerto un buffet

h. 19.30: Reading poetico-musicale e dibattito
“Giovani menti a confronto” (i perché dei festival, tra nuovi
linguaggi, retaggi espressivi e cultura dell’intrattenimento)

reading con:

Marco Palladini
Massimo Pacetti
Chiara Mutti
Paolo Carlucci
Rosaria Di Donato
Monica Martinelli
Mauro Corona
Alessandro Bellomarini
Cinzia Marulli Ramadori

Poesi-canzone a cura di:
Amedeo Morrone

h. 20.30: Proiezione dei corti del concorso “EscaMontage a corto”
e visione straordinaria del corti di Aureliano Amadei

h. 21.00: gran finale con anteprima de “Il leone di Orvieto”
di Aureliano Amadei, presente l’autore

Tutti gli incontri con gli autori sono a cura
di Sarah Panatta
La mostra multimediale e i reading sono a cura
di Iolanda La Carrubba

Vacancy: Sarah Panatta

Vacancy: La Grande Bellezza

Sorrentino-Servillo: la bellezza de “l’uomo in più”
di sarah panatta
 
“Io mi ricordo…ricordo i microfoni a giraffa…Io mi ricordo tutto…I teatri…i camerini…i flash…le lacrime degli spettatori…l’ispezione anale…tutti volevano andare a letto con la star…Io non mi sono mai sentito bello. Mi sono sentito potente…Non me ne è mai fregato un cazzo di nessuno…ho sempre amato la libertà. Voi non sapete che cazzo significa”.
Primissimo piano, (ed è già) fine.
Non un commiato difensivo dallo show biz schiavista. Non un apologo egocentrico e autoconsolatorio. Una presa d’atto. Un atto. Una penetrazione in diretta, consapevole, e per questo non ruffiana, davanti a telecamere votate a strappare il percentile voyeur dell’audience appena sintonizzato. Ci dice di restare a guardare finché la cecità non sarà che un rumore bianco nel buio del Viaggio. O finché non desteremo per uno sparuto istante le pupille improvvisamente e brevemente terse dal languore appena compartecipato del rimpianto. O finché non entreremo, insieme a lui, nella risacca dell’esilio auto-condizionato, perciò liber(at)o.
Tony Pisapia, alias talento rifiu(ta)to, alias carne dal macello post-moderno, alias Jep Gambardella, alias nemesi dell’intellettuale che può/deve “dire” tutto a tutti per raddrizzare il mondo di tutto-tutti, alias Toni Servillo, alias anima desiderante e corpo contundente del cinema visto-parlato-scioccato di Paolo Sorrentino. Fulmicotone estetico, impressione meta-finzionale di un cinema che è arte totale, geniale polpettone tecnico-visivo, armata destrutturazione autoriale. L’uomo in più (Ita 2001) scava un tunnel ideale per l’evasione barricata del più imperfetto ma certo più complesso (e chiacchierato e sovra-strutturato e ghettizzato e necessario forse) La grande bellezza (Ita 2013).
Tony come Jep. Hanno sempre saputo. Bambini d’oro del sistema cultura, facce oppositive, ugola prodigio sforna-hit da un lato; scrittore della borghesia dirigenziale, mediamente acuto e straordinariamente acuto, dunque impigrito perché disgustato, dall’altro. Hanno sempre saputo, hanno ficcato il muso nel pantano del pascolo ma hanno lasciato scorrere i compagni di belati informi, senza frenarli, o avvertirli del burrone. La ritualità della caduta, o meglio la caduta ritualizzata. Pane per i denti di Tony/Jep. Uomini in più, scortati da un male di vivere lontano da Fellini, Moravia o Sartre, commutato in ansia bulimica recintata da terapeutico oblio resistenziale.
Il tempo della militanza è disgregato, irrecuperabile? O la militanza è (da sempre) pura accettazione e riluttanza, vestita di avanguardia combattente un giorno, travestita da girovaga dopata un altro? Jep come Tony, danzano tra i fantasmi. “Ah ah, ah ah”. Nella discoteca-mattatoio, tra puttane, politici, industriali, letterati, fantocci, ereditiere, cubiste, papponi, torture, torturati e torturatori. Vita da hupper class, stessa dantesca purga di gelo e di miseria. Nessun clamore, solo spazzatura tronfiamente aulente.
Primissimo piano, ed è sempre stata, Fine.
 

(esca)FotoRacconto: Sarah Panatta


(esca)FotoRacconto

"Vezzoli trash-work (in progress?)"
testo e immagini di sarah panatta

 
Galleria, trinità, galleria. Sfondo fondo affondo. Bianco. Latte apollineo in ellenistica densità. Voluttà del ghigno, respiro narcolettico, di imbottigliata avidità.

 
 Cuspidi affrontate. Riemersioni griffate graffiate, nella cartolina franco-bollata dell’adorazione che è stata sogno, sortilegio, mercanteggiato “trucco”.

Galleria, flusso, riflusso dicotomia sospensione. Cavità porno-div-istica. Musa imbraccia armi bidimensionali. Non spara, mira. Dentro, elettrica, scorre senza pulsare l’urlata schiatta di autori, veline, fattucchiere, marionette, stupratori, tele-contenuti, tele-contenitori.

Scampanio agreste, denud-azione avvilente scurrile straniante. Danza di testicoli. Andate con brio, nella bucolica irrisione della Alpi intatte. Foglia morta, senza fico, l’“altra” faccia en plein air.

 
 
Sophia. Marlene. Profilo contro profilo. Polvere di stelle incartata gigantografata. Rettilineo figurativo, il femminino stiloso incollato alla memoria di un passato nel de-sign s-corazzato.

Asserragliati, dimenticati, tumulati, evocati, marchiati, asserviti seduti attesi. Che la Fine abbia inizio.

 

Galleria Vezzoli. Progetto espositivo “Trinity”. Al MAXXI di Roma fino al 24 novembre 2013.

MAXXI, Museo nazionale delle arti del XXI secolo, Via Guido Reni, 4° - 00196 Roma

 

Vacncy: Domenico Donatone

«Io e… ma questa non è un’altra storia» di Isabella Astorri.
Articolo e intervista a cura di Domenico Donatone
Isabella Astorri è stata una bella scoperta. Le migliori conoscenze sono quelle che si fanno senza troppi preliminari. Vedi una persona e ti piace. Funziona nella letteratura così come nella vita.
Isabella Astorri è autrice di un libro dal titolo «Io e… ma questa non è un’altra storia» (pp. 141, € 13,00; 2013), edito da Il Bene Comune, una piccola casa editrice di Campobasso che si sta affermando nel tempo. L’impaginazione del libro è ben fatta, la copertina è suggestiva – Tete d’una femme lisant di Pablo Picasso –ma ancor più degno di nota è, ovviamente, il contenuto del libro. Legata all’autobiografia come risorsa inesauribile di avvenimenti, Isabella Astorri inanella nel testo una serie di eventi-ricordi della sua esistenza che vanno dall’infanzia – è nata a Campobasso – fino agli anni della maturità – si è laureata in Filosofia all’Università Federico II di Napoli, insegnando poi nelle scuole superiori. Esperta di Diritto Internazionale Umanitario e magistrato onorario presso il tribunale dei minori di Campobasso, nonché infermiera volontaria della Croce Rossa e presidente del SIPBC ONLUS-MOLISE per la tutela dei beni culturali, la sua biografia è un racconto che non vuole indicare meriti per cui spesso le biografie risultano antipatiche e schiacciano chi le legge, niente affatto. Isabella Astorri scrive il suo libro per far sì che il lettore possa catturare il senso precipuo dei ricordi, muoversi come si muoverebbe uno scopritore qualunque che a distanza di anni vede nel velo del tempo comporsi e scomporsi tutti i frammenti della vita. Vivere è ricordare. Questo vuole dirci l’autrice. La quale, senza conferire al suo iouna forza alienante, come ribadisce Gianni Spallone nella prefazione, «assolutamente orizzontale senza appelli e senza giudizi morali» è il significato della scrittura di Isabella Astorri. L’autrice si pone come un’eroina che al protagonismo dell’io  «complementa un altro procedimento di allusione personale, meno evidente benché persistente: parlare degli altri per parlare di sé. Osservare gli altri per scoprire se stessa (e viceversa) spiazzando continuamente il fuoco dell’attenzione dalla memoria all’oggetto artistico in cui è immerso». Merito va anche a Gianni Spallone che dirige la collana di narrativa Centofiori, sempre per le edizioni Il Bene Comune, in una realtà emarginata e lontana dalle notizie più succulente come il Molise. In qualità di inviato del blog culturale EscaMontage.it e del Sindacato nazionale scrittori di Roma, ho potuto cogliere alcuni momenti edificanti della narrazione di Astorri. Sincera, perché pagina pulita dalle contaminazioni del ricordo che affioranocol tempo, Astorri riesce a restituire tutta la sostanza del testo quando al ricordo unisce la sapienza della riflessione, allontanando il semplice dato della memoria dalla convinzione che si possa ricordare senza saper spiegare. L’autrice in questo libro spiega e rivive l’infanzia, la giovinezza e la maturità: le esperienze di vita vissuta a Napoli negli anni della formazione universitaria e poi l’azione umanitaria in Somalia, tra animali, pratiche primitive e amicizie straordinarie. Ci piace menzionare qui, ad esempio,il confronto dell’autrice con la figura paterna. Scrive: «- Papà, lo sai, ho conosciuto un compagno operaio. Mi ha stretto la mano! Mio padre abbassò il giornale sorridendo: - Mi raccomando, non lavartele le mani, almeno per un po’ di tempo. Mio padreera stato fascista e aveva avuto anche un ruolo di grande rilievo. Ma era un uomo giusto, con un profondo senso etico e mai aveva commesso ingiustizie o prevaricazioni. Anzi. Basti pensare (e lo seppi non da lui) che, dopo la promulgazione delle ignobili leggi razziali, quando da Roma chiesero i nominativi degli Ebrei molisani, scrisse che nella Regione non risultavano famiglie ebree. […] Mio padre mi rimproverava per questo mio voler stare sempre in mezzo agli operai. Diceva che ero assillante, che mangiavo gran parte del loro pranzo e non era bello star sempre loro attorno. Li disturbavo e forse mi sopportavano solo per rispetto ed educazione.» A conclusione della presentazione del libro, avvenuta nella bella cornice del locale del lascito “Scipione Di Blasio”del Comune di Casacalenda, le abbiamo rivolto alcune domande.

Isabella Astorri, potremmo definire questo suo testo un testo mnemonautico, un viaggio dentro la memoria, quanto è importante per l’autrice ricordare?

«I ricordi sono sempre importanti, poi quando si mettono per iscritto e si decide di parlare del passato riaffiorano non soltanto i ricordi che sembravano dimenticati, ma riaffiorano i sentimenti e le sensazioni che certi fatti e certe situazioni hanno provocato in noi che magari avevamo sottovalutato oppure messi in un cantuccio della memoria. Io credo che soffermarsi sui ricordi, sulle proprie esperienze, sia importante per un processo di continua formazione che ogni essere umano ha dall’infanzia fino all’età più matura.»

In questo suo libro c’è anche un rapporto con la poesia. Com’è nato questo rapporto con la poesia, come si è avvicinata ad essa?

«Io ho sempre amato la poesia, dalla poesia greca fino alla poesia contemporanea. Ho anche una bella raccolta di poesia che spero di pubblicare l’anno venturo. Tra le poesie che ho scritto, mi sembrava opportuno inserire nelle pagine di prosa alcuni versi che sembravano esplicativi di quello che andavo scrivendo nel libro. Quando si parla di mio padre e del mio rapporto con i treni, e anche in merito alla mia esperienza in Somalia, quando è stata uccisa la mia amica crocerossina, anche lì ci sono dei versi che buttai giù poche ore dopo la notizia di questo tragicoevento.»

Della sua esperienza in Somalia come volontaria della Croce Rossa italiana cosa si sente di dire, anche in relazionecon i giovani che possono apprendere la sua esperienza?

«Vede, io mi occupo di Diritto dei conflitti armati, quindi di Diritto internazionale umanitario, effettivamente le operazioni di pace nascono da un ideale quanto mai nobile che è quello di andare a pacificare, e c’è il rischio, facendo un discorso per quanto riguarda non solo la mia esperienza, ma le situazioni in generale, come in affetti tutte queste operazioni di pace non abbiano portato effettivamente la pace. Speriamo per il meglio che la situazione in Somalia migliori, come anche la situazione in Kosovo. Sono andata lì di recente perché stiamo per realizzare un’operazione ambiziosa, cioè costruire un museo internazionale della pace, insieme al presidente della Croce Rossa del Molise, ma non solo come presidente della Croce Rossa, ma di un’associazione culturale di Casacalenda e con la mia collaborazione, essendo io presidente del SIPBC ONLUS-MOLISE, cioè Società Italiana per la protezione dei Beni culturali.»

Nel suo libro Lei parla anche della città di Napoli. Se dovesse definirla con tre aggettivi come la definirebbe?

«Tre aggettivi è difficile perché io ho sempre avuto un rapporto conflittuale con Napoli. Direi che Napoli è intrigante… affascinante… e cara!»

Un’ultima domanda in relazione all’attualità, cosa pensa di questa crisi economica che c’è in Italia e in Europa e che consiglio darebbe a un giovane?

«Che consigli possiamo dare a un giovane non saprei! È la classe politica che deve fare qualche cosa per i giovani, perché siamo giunti ad una situazione senza ritorno. Noi, quelli della mia generazione, abbiamo fatto la nostra vita, siamo stati anche fortunati, in primo luogo perché abbiamo avuto la possibilità di credere in alcune idee, perché c’erano le ideologie e si poteva lottare. Io sono una figlia del Sessantotto, quindi abbiamo avuto anche la possibilità di lavorare subito. Subito dopo la laurea ognuno di noi prendeva la strada che aveva deciso di prendere, questi giovani che cosa devono fare? Noi abbiamo messo su una cooperativa di turismo culturale per dare lavoro ai giovani, con i fondi europei, ma è faticosissimo. Non è possibile ancora che la classe politica sia indifferente a questa situazione. Noi stiamo perdendo un’intera generazione ed è veramente, guardi, io penso che qualche cosa succederà… perché non è possibile andare avanti così. Se non si muove qualche cosa noi avremo un disastro e di questa cosa purtroppo ne sono convinta.»




(esca)Poesia: Sarah Panatta

(esca)Poesia

la grande Bellezza (questi fantasmi re-mix)

di sarah panatta
 
 
Becco dal tuo piatto                              a far l’amore

                                 Ah ah, ah ah

Tiro su, tiro giù, BaccAno dance            offrimi una parte

                                          Ah ah, ah ah

Ma non posso dirla                                     la parola (genera) incertezza esofagea

                                              Ah ah, ah ah

 

Distratto dal pomo, rileggi il tomo, è solo apparato

Di carcasse ruffiano, ottempero all’infestazione

Ah ah, ah ah?

Ho perso le scarpe,

durante la sacra digestione

Ah ah, ah ah!

 

Non vagabondare nel soffitto                         il senso è di-partito già

                                                        Ah ah, ah ah

Te chiavass’ bella “fessa”                                      crivellata sono, compianto piacere

                                                            Ah ah, ah ah

Lei (s)veglia muta                                                          silenzio, è la FINE

                                                                  Schhh, schhh             

(esca)Video-intervista: Tiziana Lucattini & Fabio Traversa



Sarah Panatta intervista Fabio Traversa e Tiziana Lucattini

regia di Iolanda La Carrubba

(esca)Video-intervista: Fabio Morìci



Sarah Panatta intervista Fabio Morìci
regia di Iolanda La Carrubba

(esca)Video: Che strano chiamarsi Federico



conferenza stampa all'interno del teatro 5
"che strano chiamarsi Federico"
un film di Ettore Scola

video di Iolanda La Carrubba realizzato con disegni originali di Federico Fellini

(esca)Video-poesia: Paolo Carlucci



Trailer tratto da:

"booktrailer strade di versi" di Paolo Carlucci

ideato e realizzato da Iolanda La Carrubba

(esca) Video- Collezionando ricordi con Marco Palladini




Collezionando ricordi a cura di Iolanda La Carrubba

"Marco Palladini racconta il cinema italiano"

(esca) Video-clip: Bungaro



Album: BUNGARO - 'Il Valore del Momento', 2012

Testo: Bungaro, Pilar, G. Romanelli
Musica: Bungaro, T. Canto