Venerdì Santo
Si andava dallo zio più piccolo
perché la buona morte
passava laggiù in strada.
In televisione c'era il Papa.
Cinque piani più giù
strisciava lento e sonnacchioso
un rinnovato abbraccio
un funerale rispettato:
buio e passi cadenzati
accenni di brusii come quasi immaginati
nero e filigrane d’oro, stiletti nel cuore;
vento fresco e tenue dal balcone,
odore di prima primavera in fiore
marce lente e lamentose.
Ma le luci tutte accese nel salone
crocchi di persone ai quattro angoli
e tante fiammelle vive dallo schermo,
sullo sfondo muto e ridondante
delle arcate cieche o sfaccettate.
I grandi: di tutto si parlava,
si spettegolava, si rideva,
s’imbandiva, si rassettava.
Noi bambini allegri, ci si sfrenava,
e la meraviglia del solenne
ci zittiva a tratti.
"Voi che fate? Scendete?".
Il Papa a quel tempo era già curvo,
tremante, malato.
29/03/2013
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