domenica 1 settembre 2013

(esca)Recensione- Fernando Della Posta

Viaggio fotografico di Fernando Della Posta
di Iolanda La Carrubba




L’interpretazione del dato oggettivo nei lavori fotografici di Fernando Della Posta, valica gli ostacoli del banale per approdare nella sincerità dello scatto. Si avverte una profonda interrogazione tra il punto focale e il moto impresso sulla pellicola, strettamente legato alla complessa struttura dell’angolo di campo.
Questi “frame” posseggono una forza cinematografica che ripercorre con istintiva intelligenza, la visione registica hitchcockiana, con momenti che culminano nell’oniricità felliniana. La forza cinetica di queste immagini, sprigiona pura energia nel contesto visivo, i palazzi non sono solo architetture contenenti vite, ma vite stesse che si stagliano (in)contro cieli terzi, le persone abitano le prospettive, senza necessità di mettersi in posa per lo scatto, ma lo vivono danzandoci.

 
Fernando Della Posta descrive e interpreta il mondo attraverso l’obiettivo, come se lo stesse attraversando in treno, lo riconoscesse superando la velocità vorace di quelle sequenze in viaggio, che scorrono liete dietro il finestrino e lui possedesse la capacità di fermare quel frammetto di vita, come se fosse il ricordo di un sogno, un sogno felice fatto in treno.
Qui il movimento si fa vero protagonista, mantenendo la costanza dello sguardo anche là dove il life-stile prende il sopravvento sulla razionalità della stasi, infatti dove c’è stasi, c’è concentr-Azione che riesce a catturare la libertà caratterizzata dalle situazioni. Penso alle manifestazioni in piazza, a mezzi di locomozione che trascinano fasci di colore, fin quando d’improvviso cala il silenzio, come fosse l’apparente calma della sera. Il colore è presente anche dove vive quieto nel bianco e nero diretto con acume, questa è una fotografia in grado di custodire esperienze, forme e stili provenienti anche dalla beat generation.

 

Anche se spontanea la visione in questo “oggi” fotografato da Della Posta, l’insieme è la vera chiave di lettura, l’intraprendenza del fotografo sta proprio nella continua esplorazione dei sensi, delle emozioni, qui infatti vige la necessità di appartenere ai fatti riuscendo tuttavia ad estraniarsi, dando così la percezione emotiva del surrealismo.

Nessun commento:

Posta un commento