martedì 1 ottobre 2013

(esca)Poesia-Edoardo Olmi

posso tutto ciò che voglio



penso mangerò

infinite lupare ai bordi isosceli. di trapezi immaginari

che lombrichi al lungomare di una spiaggia. e di un oblò

e vomiterò

altrettanti invertebrati incubi notturni

che potranno. se vorranno

essere fatali sulle orme immaginate

di tendoni alati e di invettive. contro

qualsiasi sorta

questo è ciò che penso.

e non c'è freddo, e non c'è dove

questo mi riscalda. le sementi

il buono odore

di polistirolo

di credenza, di magone?

vento di sud-est

corna di pavone.

poi vivrò

infinite vite

e morrò

infinite morti

a melone,

sui pesanti oblii

da spiazzate vie

de turgibus molestibus

I wanna see you soon

2 commenti:

  1. ogni miglior istinto ed ogni gioco di verità, ogni immaginario creativo, per me sono anche un'abilità.
    nella percezione e nel linguaggio destrutturato, ha origine la comunicazione e la soggettività, in un intorno (potenzialmente) infinito, di sensi e di vissuti possibili.
    questo testo è del 2004, e da anche il titolo al mio blog http://cornadipavone.wordpress.com/

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  2. la poesia è un po’ rimiscelata rispetto all'originale, dopo alcune critiche per me comunque eccessive e ingiustificate, che avevo ricevuto tempo fa a livello di critica letteraria. e in effetti mi accorgo che questa nuova, ha un impianto forse eccessivamente tecnico. la versione considerata aggiornata, si trova in ogni caso sul mio blog, all'indirizzo http://cornadipavone.wordpress.com/2010/08/08/posso-tutto-cio-che-voglio/

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