La disperazione di stilo
Un giorno di luce accecante
afoso; forse era agosto
mucchi di bambini
alcuni scalzi stanno
sul selciato bruciante
della piazza della chiesa
urlano
si nascondono nei vicoli
puzzolenti sporchi
come solo i bambini
dei vicoli sanno esserlo
assenti
lo sguardo febbricitante
si avvicinano ai passanti
chiedendo di tutto
la mano rivolta all’insù
i denti neri – malati
i corpi magri – deboli
già curvi
come quelli dei vecchi
circondano il turista impietrito
lo avvinghiano nella morsa
della povertà assoluta
inumana stringendolo
mormorando
incomprensibili parole di pietà
si gettano sulla misera elemosina
come bestie feroci sulla preda
con disumana cattiveria
si strappano dalle mani
sudice monete
poi ritornano
nella piazza della chiesa
ai loro giochi
nei vicoli
ora assomigliano ai bambini.
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