venerdì 1 marzo 2013

(Esca)Recensione, "Alessandro greyVision"

Colore e sguardi di Alessadro greyVision



Elaborazioni sceniche ed ambientazioni uniche per un assemblaggio di intenzioni e sguardi, prospettive ed attimi.
Questo contraddistingue le foto e le rielaborazioni di Alessandro greyVision, un modo soffice e forte fatto di emozioni per ogni scatto, dal giusto aspetto fotografico e con prospettica visione d’insieme.
Qui in questi luoghi immaginifici ma esatti, si trova il dettaglio forte ed enigmatico che esamina un modo diverso da quello “nostro”, un mondo alto ed altro dove nulla è trascurato.
L’elemento principale è il diretto rapporto con la natura, i rami degli alberi che divengono rete per nuovi ed impensabili universi, galassie, nuvole e poi riflessi in riflessione.
Colpisce ed affascina la dedizione ad un linguaggio quasi cinematografico dove ritroviamo gusti ed esperienze di favole e fantascienze come su quegli stessi capolavori appartenuti a Méliès.
Greyvision si distingue e sa distinguere l’identità esatta d’ogni cosa, si percepisce alchemica materialità tra lo sguardo, l’uso del colore e la macchina fotografica che diviene quasi arto nel parto dell’opera.
In questo spazio estremo e libero si viene travolti dalla cancellazione dei margini fotografici, essi infatti sono assolti dall’arduo compito di contenere e trattenere diventando dichiarativi nel rapporto tra il dato oggettivo e quello privato.



Angoli e storie, lusso e natura tutto speculare alle intenzioni artistiche di innovative esperienze e sperimentazioni, si percepisce un piacere estetico deliberatamente esplicito, palpabile tanto da sembrare parte di un completamento chic del “de-jà vous”, tattile ed avvolgente, intrigante e senza eccessive dichiarazioni “d’uso”.
In questi luoghi si esiste in base alla percezione del colore e della prospettiva esatta, dosata attraverso gocce di puro affetto estetico, un elisir di eternità che rende involontario omaggio a quelle scenografie bizzarre della migliore musica dark.
Non solo natura ma anche vita, strade monumenti ed angeli, tanti gli angeli che come il foro della serratura, appaiono in silouette nel contrasto di piccoli e frastagliati giochi di colori che dominano lo sfondo, non mancano poi le pupille umane, il primigenio sguardo da dove tutto comincia, e con l’uso giusto del macro appare un micro universo sensoriale che non dimentica di palesarsi come autoritratto.
Dunque nel lavoro attento e meticoloso di greyVision, troviamo un corpo diverso della fotografia, un corpo fatto di pellicola ed elaborazione grafica attraverso il quale, si entra nel portale di una nuova consapevolezza.

Iolanda La Carrubba





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